Alex Pinna
allafinedellarcobaleno
Dal 4 agosto al 18 settembre 2024
Scheda critica
La personale dedicata allo scultore ligure Alex Pinna espone una collezione di opere che indagano sul concetto di natura utilizzando canoni differenti e linguaggi ibridi. Sono topi di pezza che invadono gli spazi del museo – invitando i visitatori al gioco e all’interazione al seguito di un artista che continua a rimanere fanciullo e pifferaio magico – oppure grandi sculture filiformi e opere a parete che richiamano alla poetica degli ultimi anni. “L’allontanamento dallo spettro colorato e irreale del mondo di fantasia della prima produzione” scrive ancora Fenu, “si è fatto sempre più marcato e il rapporto con la natura e con la vita più in generale è divenuto più intimo, fragile e malinconico: un mondo di linee che acquistano la concretezza della forma senza perdere la leggerezza del segno, frammenti lirici di una condizione esistenziale precaria, come foglie. Sono esseri allungati al limite del possibile, quasi filiformi, consustanziali a una foglia, appunto, al contempo casa e mondo, talvolta uterina, talvolta trampolino verso un vuoto impraticabile e temuto. Esseri che hanno una storia antica e padri nobili: dall’Etruria più misteriosa a Giacometti, dal grafismo degli alfabeti senza fine di Emilio Scanavino – ligure anche lui – agli equilibri precari e danzanti di Calder per approdare agli spazi obliqui, metafisici, assoluti, catalizzatori di mondi e di un tempo sospeso, abitati da creature ibride e androgine di Gino De Dominicis per il quale l’arte, come per Alex Pinna, era e resta un atto magico”. Bronzi, legni, corde, stoffe e ancora foglie dominano l’interno del Museo Organica. Sono materiali silenti ma non muti, a loro volta e a loro modo “organici” che impongono meditazione e condivisione, una partecipazione scevra da certo ambientalismo di maniera che induce chi guarda a farsi bronzo, legno, corda o foglia e ad ascoltare.
Biografia
Alex Pinna (Imperia 1967) vive e lavora a Milano. Diplomato in pittura all’Accademia di Brera di Milano, dove oggi detiene la cattedra di scultura, ha fin da subito orientato la sua produzione sulla scultura ricorrendo a materiali eterogenei. Inizia ad esporre nel 1993 partecipando a mostre personali e collettive in numerose gallerie e spazi pubblici italiani ed internazionali. All’estero il suo lavoro è stato presentato a Shanghai, Tel Aviv, Londra, New York, Los Angeles, Montecarlo, Colonia e Lugano. Tra le ultime mostre: “Time” al Museo di Archeologia dell’Università di Pavia (2023), “Sali” al Porto di Tropea (2020), “Twixt Land & Sea: Tales” a Palazzo Bevilacqua Ariosti a Bologna (2018), “Estate Italiana” presso il MOAH a Lancaster in California (2017), “Biennale le latitudini dell’arte” al Museo Vigado, Budapest (2017) e “Ti guardo, mi guardo” presso la Fondazione Rocco Guglielmo a Catanzaro (2012), “Scultura italiana del XX secolo” alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano (2010).
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