dipinto di un uccello giallo e bianco su un ramo, con uno sfondo sfumato rosa e celeste

Gavino Ganau

The middle zone

Dal 23 Luglio al 24 Agosto 2023

Scheda critica

Soavemente allarmanti. Si stagliano su fondi verde acido, su pallidi celesti, su indefiniti biancori, su stesure rosate. Qualche volta svolazzano, più spesso sono immoti, i Birds di Gavino Ganau.

Creaturine piumate che posano su rami, fronde, stecchi. Ignari di essere minacciati, si offrono allo sguardo nella loro tenera bellezza, anche se sotto le zampe ci sono le spine. Nessun intento naturalistico, nessuna visione bucolica nei ritratti di questi pennuti che abitano The Middle Zone, una terra di mezzo che è anche un confine. Un valico, forse. Comunque un luogo da cui non si vede il cielo, che non ha orizzonti, che ha spazio risicato. Gavino Ganau azzera la prospettiva, nelle sue ambientazioni irreali cariche di colore. Rosso, nero, giallo, come vitalissima vibrazione di esseri leggeri e fragili. Figli degli alberi, cacciatori di semi, costruttori di nidi e di suoni. Affidati a una sorta di catalogo, come si fa con le specie vegetali nelle pagine degli erbari. E salvi, per ora, da ogni possibile mutazione. Ma inseriti in una atmosfera vagamente tossica seppure splendente. Un contrasto reso quasi inapparente dalla maestria di un autore che scava dentro i suoi soggetti e rappresenta il visibile e ciò che si cela. Sono spesso le persone, i volti e i corpi a occupare le sue tele, a raccontare di una umanità un poco smarrita. Una riflessione estesa, nella magnifica serie dei fringuelli, pettirossi e affini, a un mondo animale niente affatto distante da noi. Nell’allegoria altamente estetica di Gavino Ganau, becchi e ali e incerte direzioni tra le bacche, le foglie e i fiori che continuano a germogliare.

Non staccato ma compenetrato nei concetti espressi delle opere allestite ai piedi del Monte Limbara, pervade lo spazio il tappeto sonoro composto da Marco Dibeltulue LanDExapeE con una suggestiva varietà di suoni.

Biografia

Gavino Ganau (Tempio Pausania, 1966) vive e lavora a Sassari. La prima mostra, nel gennaio 1998 a Bologna è una ricognizione sulle modalità creative nell’arte visiva di fine anni novanta. Nel2001 la personale al MAN di Nuoro, allora diretto da Cristiana Collu, curata dalla critica romana Claudia Colasanti nell’ambito della rassegna MANovre. Inizia in quel periodo a lavorare con diversi critici in varie collettive e personali. Tra le mostre e gli eventi della sua attività espositiva recente da ricordare le personali “Lost and Found” (2017) e “Veritas” (2019) alla Fondazione Bartoli Felter di Cagliari e le collettive “Sardegna Contemporanea, spazi, archivi, produzioni” al Museo Man di Nuoro “Dialoghi siciliani” (Taormina, 2021), un’indagine sullo stato della pittura italiana contemporanea e “de insula”.

Il suo lavoro inizialmente è stato alimentato dal confronto con i linguaggi mass-mediali e le icone popolari della contemporaneità con opere raggruppate in differenti filoni tematici: composizioni, più o meno complesse, caratterizzate dall’uso di frame di tipo filmico e fotografico. In seguito, Ganau abbandona l’uso di immagini fornite dai media per concentrarsi su persone comuni colte in ambienti disparati: interni, spazi metropolitani e di natura antropomorfizzata. Il lavoro recente si basa su una nuova dimensione cromatica e luministica più varia rispetto al suo tipico bianco e nero. Un nuovo approccio tecnico permea la sua pittura pur rimanendo legato ai soggetti a lui più cari. 

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